Cos'è

IL CURRICOLO DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA

Pensiamo il curricolo come il percorso formativo che il bambino fa a scuola, che può e deve interagire con il percorso esterno, per contribuire alla sua formazione complessiva. Il curricolo lega esperienze, saperi teorici e pratici, valori, attraverso modalità organizzative pensate e un’adeguata relazione.

La relazione educativa, la valorizzazione del gioco, la cura, la ricerca e la sperimentazione, lo stare all’aperto e l’educazione al rischio sono i nostri atteggiamenti di fondo. 

SCUOLA DEL GIOCO

Assumiamo il gioco come fondamento del nostro agire pedagogico: il gioco viene riconosciuto, compreso, valorizzato per sostenere i bambini nella costruzione degli apprendimenti e delle relazioni. Un gioco che sia libero, definalizzato, piacevole, caratterizzato dalla motivazione intrinseca. Nel gioco simbolico il “far finta” permette al bambino di uscire dalla realtà “vissuta” per entrare in una realtà “pensata” e contemporaneamente è una modalità privilegiata attraverso la quale egli racconta se stesso agli altri, le proprie esperienze ed emozioni e rielabora ciò che vive. Questo è l’inizio della capacità rappresentativa del bambino. 

Perché il gioco possa manifestarsi in maniera autentica, occorre garantire tre dimensioni educative fondamentali: l’ambiente, i raggruppamenti, la relazione.  

L’attenzione del team degli adulti nella predisposizione degli ambienti di apprendimento sia al chiuso che all’aperto, è rivolta a sostenere le diverse tipologie di gioco: costruttivo ed esplorativo, simbolico,motorio, espressivo con attenzione ai diversi linguaggi dei bambini.

Il gioco è al centro del progetto educativo. Il  nostro approccio metodologico prevede che si parta dall’osservazione di situazioni ludiche spontanee, si intercetti  la progettualità dei bambini e si permetta loro di farla evolvere. L’intervento dell’adulto ha un ruolo fondamentale per sostenere l’evoluzione del gioco stesso. Le sue azioni sostengono la capacità di problematizzare, di fare ipotesi, promuovere il pensiero divergente e la funzione socializzante del gioco. 

 SCUOLA DELLA RELAZIONE

Relazione adulto- bambini: Intendiamo la relazione come atteggiamento dell’adulto che noi definiamo “stare con…”, nella quale vengono privilegiati l’ascolto e la cura vivendo tempi “rallentati”. È importante che l’adulto osservi le esplorazioni del bambino per capire come organizzare e provocare occasioni costruttive.
L’adulto che “sta con…” esercita relazioni di tutoring, scaffolding, modeling e stimola il processo di indagine che i bambini mettono in atto nell’apprendimento, quando possono contare su un partner più competente.

 In sintesi perseguiamo l’idea di un adulto che:

  • si prende cura del bambino, comunicando il messaggio “tu per me sei prezioso”
  • cura e condivide l’attività con i bambini,
  • coglie e sollecita l’interesse autentico, lo sostiene, contiene le frustrazioni dei percorsi che non vanno a buon fine, 
  • esercita il ruolo di partner competente, dimostrando come si fa, se e quando si rende necessario
  • permette al bambino di porsi in situazione di ricerca attraverso situazioni di conflitto cognitivo

Relazione tra bambini: Attraverso una attenta predisposizione del contesto si cerca di rendere possibili il maggior numero di raggruppamenti, che possono crearsi in base agli interessi e alle amicizie, dove i pari si pongono come partner competenti. Si pone particolare attenzione, inoltre, a creare condizioni per cui i bambini cooperino piuttosto che competere e imparino progressivamente l’uso della discussione come forma di ragionamento e di risoluzione dei conflitti.

Relazioni tra adulti (scuola-famiglie): Si assume la qualità della relazione come obiettivo professionale, lavoriamo affinché possa essere favorita un’atmosfera relazionale di disponibilità e di confronto, perché crediamo che sia molto importante la qualità dei rapporti che l’insegnante può stabilire con le famiglie. Le informazioni che diamo e riceviamo dai genitori vengono socializzate all’interno del gruppo docenti; l’accoglienza è rivolta al bambino e all’adulto che lo accompagna.

SCUOLA DELLA RICERCA (APPRENDIMENTO COME PERCORSO DI RICERCA)

Consideriamo i processi di apprendimento come processi di indagine e di ricerca, facendo riferimento al metodo d’indagine di Dewey

Crediamo che il processo di indagine permetta ai bambini di sviluppare la competenza dell’imparare a imparare, ossia la capacità di acquisire abilità e conoscenze attraverso l’esperienza per poi trasferirla in altri ambiti. 

 Per questo predisponiamo gli ambienti, sia interni che esterni, cercando di renderli luoghi dove i bambini possano compiere indagini autentiche, spinti dalle loro motivazioni.

Le esperienze dei bambini si organizzano in piste di lavoro da costruire gradatamente, percorsi di conoscenza di tipo reticolare, dove vorremmo che l’itinerario di percorribilità fosse individuale e ognuno potesse viaggiare secondo modalità soggettive, elaborando teorie e ipotesi.

Lavorando lungo queste piste si pongono situazioni problema ( “…e se…” problematici), che man mano vengono risolte insieme, passando dalla spontaneità all’intenzionalità, attraverso l’uso di linguaggi codificati che rendono rappresentabili e comunicabili le esperienze. 

L’osservazione e’ lo strumento per progettare, attraverso il quale si individuano e si scelgono le esperienze che i bambini portano a noi mediante il gioco.

SCUOLA DI CITTADINANZA

Il considerare la scuola come “comunità educante” è l’avvio per far sì che l’IO di ogni membro di questo gruppo diventi NOI: a questo scopo ogni momento di vita scolastica offre l’opportunità di educare i bambini alla convivenza civile in un’ottica inclusiva.

Il modello educativo che ci prefiggiamo consiste nel ragionare su situazioni problematiche per giungere alla definizione di regole condivise.  

Perseguiamo con i bambini l’idea che le regole siano utili per creare un clima di benessere comune, necessarie a non ledersi, a non ledere gli altri e a rispettare il materiale comune.  
Durante la strutturazione del percorso, il bambino esercita libertà e iniziativa personale (i desideri, gli interessi, i progetti personali) e al contempo sviluppa l’adattabilità perché impara a MEDIARE la sua iniziativa/ desiderio con il progetto del gruppo.

Nel corso della giornata scolastica, si susseguono momenti e situazioni, che diventano occasioni per sperimentare concretamente quello che il gruppo degli adulti intende come “convivenza democratica”.

Riteniamo che uno dei modi per sperimentare la scuola di democrazia siano le assemblee, di piccolo e grande gruppo, perché offrono l’opportunità di fare esperienza di comunicazione decentrata del proprio punto di vista e dell’ascolto aperto del punto di vista degli altri.

SCUOLA ALL’APERTO

In questi anni le scuole dell’istituto hanno fatto una profonda riflessione e formazione in merito allo stare all’aria aperta. Lo spazio esterno assume una valenza preponderante per la crescita cognitiva, affettiva, emozionale e sociale dei bambini e di conseguenza per lo sviluppo delle loro competenze psicomotorie, cognitive, sociali ed emozionali. 

L’ambiente aperto stimola la fantasia e la creatività data la sua continua diversità e la sua naturalità e il bambino, immerso in questo contesto, è motivato ad acquisire nuove competenze sostenuto da un forte senso di meraviglia e immaginazione. 

Data, inoltre, l’innata tendenza alla biofilia dei bambini, intesa come un bisogno fisiologico e un’attrazione emotiva di affiliarsi con la natura e con l’ambiente naturale, sono state apportate modifiche agli spazi interni e vengono utilizzati materiali naturali all’interno della scuola creando un continuum tra i contesti, le esperienze e gli apprendimenti.  

Sia nell’ambiente interno che esterno è auspicabile che i bambini affrontino un ragionevole rischio, essenziale per un sano sviluppo dei bambini.

Educare al rischio significa, per noi adulti, controllare e ponderare quali rischi si possono affrontare e quali pericoli si devono evitare, abituando i bambini fin da piccoli a valutare e affrontare il rischio e a percepire il pericolo e a prendere decisioni in merito.

Condizioni e strumenti 

SPAZI E MATERIALI
Consideriamo l’ambiente come “Terzo educatore” (VEDI LINEE GUIDA 0.6). Attraverso l’organizzazione dell’ambiente di apprendimento, cerchiamo di creare un contesto nel quale le teorie e le ricerche dei bambini possano evolvere, dove i bambini si sentano a proprio agio in un ambiente non precocemente scolarizzato e siano motivati a compiere processi conoscitivi da soli e in gruppo.

Nelle nostre scuole la predisposizione degli spazi è molto pensata, non lasciata al caso. Allestiamo tutti gli ambienti a nostra disposizione connotandoli per tipologia di materiali e offriamo ai bambini la possibilità di utilizzare tutti gli spazi.
I materiali possono essere strutturati e di recupero con la caratteristica di poter essere modificati in funzione degli interessi dei bambini. Utilizziamo anche molti materiali naturali e di recupero: essendo di materie diverse aiutano ad affinare i sensi, a sollecitare curiosità, fantasia, autonomia, creatività; avvicinano i bambini alla conoscenza del mondo reale e non riducono l’esperienza attraverso surrogati e materiali artefatti.
L’idea di fondo è quindi quella che spazi e materiali sono a disposizione dei bambini per la costruzione del loro gioco e possono essere modificati in funzione dei loro interessi; il team però non solo progetta inizialmente il contesto, ma deve anche essere attento alla sua cura quotidiana per non correre il rischio che il contesto flessibile diventi caos (con materiale rotto e mescolato) che non permette e sostiene l’evoluzione del gioco stesso.

 RUOLO DELL’ADULTO

Il gruppo di adulti che opera nella nostra scuola, per quanto riguarda il sapere, dal punto di vista teorico, fa riferimento ad un bambino costruttore attivo, che effettua un percorso di conoscenza di tipo reticolare, dove ognuno può muoversi in qualsiasi direzione, secondo modalità proprie. Avendo in mente i sistemi simbolico culturali, non si lavora per portare i bambini ad assumerli come copia, ma per avvicinarli al mondo reale, sostenendo le competenze che serviranno loro per avvicinarsi alla realtà adulta

L’adulto pertanto crea contesti favorevoli all’interno dei quali sia centrale la relazione e presta attenzione alle operazioni che il bambino mette in atto più che ai singoli elementi conoscitivi, adottando una progettazione di situazioni secondo il metodo della ricerca.

 L’adulto si attiverà per favorire, oltre alla relazione educativa, l’inserimento di ogni singolo bambino, partecipando attivamente ai giochi organizzati e vivendone le esperienze. Rispettando la loro progettualità, si cercherà di aiutare i bambini a risolvere i problemi legati al gioco in corso, ponendosi come elemento più competente, offrendo informazioni e, a volte anche ponendosi come modello. 

Gli adulti, durante il tempo del gioco, cercano di essere a disposizione dei bambini restando in relazione. Il ruolo dell’adulto è protettivo del setting e garante delle condizioni che permettano il suo esplicarsi al meglio: il rispetto delle regole, la cura dei materiali e delle relazioni, il riordino.

Le docenti alternano momenti in cui prendono parte ai giochi a momenti in cui osservano, pur sempre in modo partecipato, o semplicemente sono a disposizione per reperire materiali, ascoltare cosa hanno da dire i bambini o aiutare se è loro richiesto. 

L’adulto, inoltre, al termine del tempo del gioco quotidiano, dedica un tempo per parlare con i bambini del gioco stesso, permettendo al gruppo di mettere parole sulle azioni, offrendo sostegno al pensiero riflessivo e alla comunicazione tra pari. Tale intervento sostiene l’evoluzione del gioco e delle dinamiche che si instaurano nel gruppo, favorisce la socializzazione e la consapevolezza di difficoltà incontrate, intuizioni e scoperte. L’adulto utilizza domande aperte: come vi siete sentiti? Cosa è successo? Cosa manca?  

Osservazione

Le insegnanti intendono utilizzare, come strumento irrinunciabile di lavoro l’osservazione pedagogica, descrittiva di tipo contestuale: l’insegnante è dentro il contesto a volte dentro il gioco stesso, a volte in posizione più defilata, e ha il compito di descrivere, usando carta e matita quello che vede  

L’osservazione dovrà fornire dati descrittivi di conoscenza dei bambini, elementi per riprogettare la relazione, per l’organizzazione di progetti e per gestire i colloqui con le famiglie. 

Documentazione

Nel corso dell’esperienza dei bambini a scuola gli adulti hanno cura di raccogliere una documentazione che renda visibile le modalità e il percorso di formazione dei bambini.

In particolare per noi adulti la documentazione è:

  • comunicazione con le famiglie, con i colleghi, con l’istituzione

  • strumento necessario alla verifica dei percorsi e alla valutazione della qualità delle proposte educative

Per i bambini la documentazione è “trovare modi per raccontare e ricordarci le cose che abbiamo fatto”

Lavorare sulla documentazione permette ai bambini di utilizzare modalità espressive diverse dal linguaggio verbale e sperimentare, attraverso la ricerca personale o di piccolo gruppo, i codici della nostra cultura. La costruzione del codice ha un duplice scopo: simbolizza l’esperienza per documentarla e raccontarla e costruisce un codice d’uso per poter giocare a quel gioco (le regole). In questa fase l’adulto ha un ruolo più centrale, perché è colui che riporta all’importanza della simbolizzazione, della codificazione e della comunicazione all’esterno del percorso del gruppo.

TEMPI
C’è un pensato e un’attenzione a non proporre troppa frammentazione di tempi e attività nella giornata scolastica. Attraverso tempi distesi, si vivono le diverse esperienze e attività, comprese le routines. 

Nel corso del triennio si fa riferimento alle competenze di base, richieste al termine del percorso della scuola dell’infanzia, descritte nelle indicazioni per il curricolo 2012. 

Generalmente nel primo anno si dedicano tempi flessibili per l’accoglienza, la cura, l’ambientamento privilegiando il rapporto numerico adulto-bambino più ridotto, con tempi molto distesi.  

Nel secondo anno ci si focalizza di più sul fare propri spazi e materiali. Si investe sul senso di appartenenza ad una comunità via via più estesa e sul senso delle regole che sono alla base della convivenza e che permettono una migliore interazione nel gruppo dei pari. 

Nel terzo anno c’è una presa di consapevolezza rispetto all’identità, alle competenze in costruzione (cosa ho imparato, cosa vorrei imparare…?), alla capacità di astrarre, di simbolizzare e di argomentare l’esperienza vissuta. 

Un bambino che lavora in questo modo da tre a sei anni a nostro avviso conquista consapevolezza, capacità di riconoscere e gestire le emozioni, capacità di risolvere problemi, impara ad auto-organizzarsi con un fine, a riconoscere gli interessi personali e appassionarsi, a scegliere e permanere sulle proprie scelte e, grazie alla vita comunitaria vissuta e negoziata, fa esperienza di democrazia e di cittadinanza.

SINTESI DEI TRAGUARDI DI COMPETENZA AL TERMINE DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA

I discorsi e le parole

 

ASCOLTO E PARLATO

Interagire negli scambi comunicativi utilizzando gli strumenti espressivi e argomentativi.

Il bambino usa la lingua italiana, arricchisce e precisa il proprio lessico, comprende parole e di scorsi, fa ipotesi sui significati.

Sa esprimere e comunicare agli altri emozioni, sentimenti, argomentazioni attraverso il linguaggio  verbale che utilizza in differenti situazioni comunicative.  

Sperimenta rime, filastrocche, drammatizzazioni; inventa nuove parole, cerca somiglianze e analogie tra i suoni e i significati. 

Ascolta e comprende narrazioni, racconta e inventa storie, chiede e offre spiegazioni, usa il linguaggio per progettare attività e per definirne regole.  

Lettura e scrittura, approccio al testo scritto

Si avvicina alla lingua scritta, esplora e sperimenta prime forme di comunicazione attraverso la scrittura spontanea

LINGUE STRANIERE

Ragiona sulla lingua, scopre la presenza di lingue diverse, riconosce e sperimenta la pluralità dei linguaggi.  

Conoscenza del mondo/Numero e spazio

 

IL NUMERO

Il bambino raggruppa e ordina oggetti e materiali secondo criteri diversi, ne identifica alcune proprietà, confronta e valuta quantità; utilizza simboli per registrarle; 

Ha familiarità sia con le strategie del contare e dell’operare con i numeri sia con quelle necessarie per eseguire le prime misurazioni di lunghezze, pesi, e altre quantità.

Misura

esegue misurazioni usando strumenti alla sua portata.  

La conoscenza del mondo

 

Approccio alla storia del mondo

Sa collocare le azioni quotidiane nel tempo della giornata e della settimana. 

Si orienta nelle prime generalizzazioni di passato, presente, futuro.

Riferisce correttamente eventi del passato recente; sa dire cosa potrà succedere in un futuro immediato e prossimo.

Approccio alla conoscenza del mondo 

Individua le posizioni di oggetti e persone nello spazio, usando termini come avanti/dietro, sopra/ sotto, destra/sinistra, ecc.; segue correttamente un percorso sulla base di indicazioni verbali.

Oggetti, fenomeni, viventi  

Osserva con attenzione il suo corpo, gli organismi viventi e i loro ambienti, i fenomeni naturali, accorgendosi dei loro cambiamenti.  

Immagini, suoni, colori

Il bambino comunica, esprime emozioni, racconta, utilizzando le varie possibilità che il linguaggio del corpo consente.  

Inventa storie e sa esprimerle attraverso la drammatizzazione, il disegno, la pittura e altre attività manipolative; utilizza materiali e strumenti, tecniche espressive e creative; esplora le potenzialità offerte dalle tecnologie. 

Segue con curiosità e piacere spettacoli di vario tipo (teatrali, musicali, visivi, di animazione…); sviluppa interesse per l’ascolto della musica e per la fruizione di opere d’arte.  Scopre il paesaggio sonoro attraverso attività di percezione e produzione musicale utilizzando voce, corpo e oggetti.  

Sperimenta e combina elementi musicali di base, producendo semplici sequenze sonoro-musicali.  

Il corpo e il movimento  

Il bambino vive pienamente la propria corporeità, ne percepisce il potenziale comunicativo ed espressivo, matura condotte che gli consentono una buona autonomia nella gestione della giornata a scuola.  

Riconosce i segnali e i ritmi del proprio corpo, le differenze sessuali e di sviluppo e adotta pratiche corrette di cura di sé, di igiene e di sana alimentazione.  

Prova piacere nel movimento e sperimenta schemi posturali e motori, li applica nei giochi individuali e di gruppo, anche con l’uso di piccoli attrezzi ed è in grado di adattarli alle situazioni ambientali all’interno della scuola e all’aperto.  

Controlla l’esecuzione del gesto, valuta il rischio, interagisce con gli altri nei giochi di movimento, nella musica, nella danza, nella comunicazione espressiva.  Riconosce il proprio corpo, le sue diverse parti e rappresenta il corpo fermo e in movimento.

Il sé e l’altro

Il bambino gioca in modo costruttivo e creativo con gli altri, sa argomentare, confrontarsi, sostenere le proprie ragioni con adulti e bambini. 

Sviluppa il senso dell’identità personale, percepisce le proprie esigenze e i propri sentimenti, sa esprimerli in modo sempre più adeguato.  

Sa di avere una storia personale e familiare, conosce le tradizioni della famiglia, della comunità e  le mette a confronto con altre. 

Riflette, si confronta, discute con gli adulti e con gli altri bambini e comincia a riconoscere la reciprocità di attenzione tra chi parla e chi ascolta. 

Pone domande sui temi esistenziali e religiosi, sulle diversità culturali, su ciò che è bene o male, sulla giustizia, e ha raggiunto una prima consapevolezza dei propri diritti e doveri, delle regole del vivere insieme. 

Si muove con crescente sicurezza e autonomia negli spazi che gli sono familiari, modulando progressivamente voce e movimento anche in rapporto con gli altri e con le regole condivise. 

Riconosce i più importanti segni della sua cultura e del territorio, le istituzioni, i servizi pubblici, il funzionamento delle piccole comunità e della città.

 

Competenze di base al termine della scuola dell’infanzia

(tratte dalle Indicazioni Nazionali 2012)

Al termine del percorso triennale della scuola dell’infanzia, è ragionevole attendersi che ogni bambino abbia sviluppato alcune competenze di base che strutturano la sua crescita personale.
 Riconosce ed esprime le proprie emozioni, è consapevole di desideri e paure, avverte gli stati d’animo propri e altrui.
 Ha un positivo rapporto con la propria corporeità, ha maturato una sufficiente fiducia in sé, è progressivamente consapevole delle proprie risorse e dei propri limiti, quando occorre sa chiedere aiuto.
 Manifesta curiosità e voglia di sperimentare, interagisce con le cose, l’ambiente e le persone, percependone le reazioni ed i cambiamenti.
 Condivide esperienze e giochi, utilizza materiali e risorse comuni, affronta gradualmente i conflitti e ha iniziato a riconoscere le regole del comportamento nei contesti privati e pubblici.
 Ha sviluppato l’attitudine a porre e a porsi domande di senso su questioni etiche e morali. Coglie diversi punti di vista, riflette e negozia significati, utilizza gli errori come fonte di conoscenza.
 Sa raccontare, narrare, descrivere situazioni ed esperienze vissute, comunica e si esprime con una pluralità di linguaggi, utilizza con sempre maggiore proprietà la lingua italiana. Dimostra prime abilità di tipo logico, inizia ad interiorizzare le coordinate spazio-temporali e ad orientarsi nel mondo dei simboli, delle rappresentazioni, dei media, delle tecnologie. Rileva le caratteristiche principali di eventi, oggetti, situazioni, formula ipotesi, ricerca soluzioni a situazioni problematiche di vita quotidiana.
 È attento alle consegne, si appassiona, porta a termine il lavoro, diventa consapevole dei processi realizzati e li documenta.
 Si esprime in modo personale, con creatività e partecipazione, è sensibile alla pluralità di culture, lingue, esperienze.

Protocollo per la realizzazione di esperienze in natura e con materiali informali o naturali anche in contesti al chiuso.

 

Come si accede al servizio

Iscrizioni e anticipi 
Possono iscriversi alla scuola dell’infanzia le bambine e i bambini che compiono tre anni di età entro il 31 dicembre dell’anno di riferimento.
Su richiesta delle famiglie possono essere iscritti alla scuola dell'infanzia anche le bambine e i bambini che compiono tre anni di età entro il 30 aprile dell'anno successivo (anticipatari). Tale possibilità è subordinata alle seguenti condizioni:
a) disponibilità dei posti;
b) accertamento dell'avvenuto esaurimento di eventuali liste di attesa;
c) disponibilità di locali e dotazioni idonei sotto il profilo dell'agibilità e funzionalità, tali da rispondere alle diverse esigenze dei bambini di età inferiore a tre anni;
d) valutazione pedagogica e didattica, da parte del collegio dei docenti, dei tempi e delle modalità dell'accoglienza.
Le bambine e i bambini che compiono i 24 mesi tra il 1° gennaio e il 31 dicembre dell’anno di riferimento possono iscriversi alle sezioni primavera, se presenti. A differenza degli anticipi scolastici, le sezioni primavera hanno un progetto specifico dedicato a questa particolare fascia d’età.

Ulteriori informazioni

La scuola dell’infanzia fa parte del Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai sei anni ed è il primo gradino del percorso di istruzione, ha durata triennale, non è obbligatoria ed è aperta a tutte le bambine e i bambini di età compresa fra i tre e i cinque anni.
La scuola dell’infanzia concorre all’educazione e allo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo, morale, religioso e sociale dei bambini promuovendone le potenzialità di relazione, autonomia, creatività, apprendimento e mira ad assicurare un’effettiva uguaglianza delle opportunità educative. Nel rispetto del ruolo educativo dei genitori, contribuisce alla formazione integrale dei bambini e, nella sua autonomia e unitarietà didattica e pedagogica, realizza la continuità educativa con il nido e con la scuola primaria.
Il Decreto del Presidente della Repubblica n.89 del 2009 ha disciplinato il riordino della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione.
Fanno parte del sistema nazionale di istruzione le scuole dell’infanzia statali e paritarie a gestione pubblica e privata.
La frequenza delle scuole dell’infanzia statali è gratuita; sono a carico delle famiglie le spese per il pasto, l’eventuale trasporto pubblico (scuolabus), l’eventuale prolungamento dell’orario (servizio di pre- o post-scuola). Le scuole dell’infanzia paritarie per la frequenza richiedono il pagamento di una retta.

Ministero dell'Istruzione - Scuola dell'infanzia

Struttura organizzativa

Scuola/Istituto